sabato 22 febbraio 2014

Riforme Costituzionali

TITOLO QUINTO                              Febbraio 2014



Le Regioni possono essere considerate porzioni di territorio nazionale ed in quanto entità territoriali potrebbero essere riorganizzate sul piano istituzionale. La proposta riguarda la trasformazione delle presenti regioni a statuto ordinario/speciale, una differenza che lascia eccessive distinzioni amministrative per la regolamentazione giuridica generale.  
In tal senso si potrebbe pensare a nuove Regioni con Statuto Unificato: destituendo le 20 regioni esistenti, si potrebbero introdurre delle “microregioni” più adatte al provincialismo reale del Paese; le circoscrizioni provinciali potrebbero essere riconsiderate come regioni amministrative autonome con capoluogo regionale negli edifici delle Prefetture.

Esempio
Regione Trentino con capoluogo di regione provinciale Trento;
Regione della Provincia di Lecce o di Pescara;
Regione Valle d’Aosta con capoluogo di regione Aosta;
Regione provinciale di Grosseto o di Cagliari.

Attualmente le Regioni che hanno meno di 1.000.000 di abitanti sono: 
Basilicata, Molise, Umbria e Valle d’Aosta.

Con modifica dell’art.132 del Titolo Quinto in merito alla creazione di nuove regioni, si potrebbe passare dal limite minimo di un milione di abitanti al limite minimo di 100.000 residenti. Con l’istituzione di un centinaio di regioni a statuto unificato, l’intero territorio nazionale godrebbe di grandi benefici in materia di autonomia locale e l’attuazione delle città metropolitane ad alta intensità di urbanizzazione vedrebbe un più facile compimento traendo risorse dalla dismissione delle 20 Regioni d’Italia.
Il contesto storico contemporaneo non presenta facilitazioni di carattere espansivo della pubblica amministrazione e per questo motivo il numero delle città metropolitane dovrebbe essere pensato in una misura capace di raggiungere prospettive di rapida realizzazione.
Nell’indicare una linea d’intervento possiamo dire: le città che superano i 500.000 abitanti residenti in territori altamente urbanizzati verrebbero nominate Città Metropolitane e gli attuali Palazzi delle Regioni rinominati Municipi delle Città Metropolitane.

Esempio
Il Palazzo della Regione di Palermo o di Torino diventerebbe il Municipio della Città Metropolitana ed il Palazzo della Prefettura di Provincia verrebbe riorganizzato come capoluogo di regione circoscrizionale.
Le 6 Città Metropolitane:
Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e Genova.

I Comuni delle 6 Città Metropolitane verrebbero soppressi ed il limite minimo di 1.000 abitanti per ogni comune italiano darebbe un’adeguata configurazione complessiva.


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